Ecco cosa accade quando la creatività e la proverbiale astuzia del popolo meridionale vengono criminalizzate per aver “pestato i piedi” alle majors d’ Oltreoceano, compromettendone gli interessi da capogiro. Alfonso Piscitelli, imprenditore casertano, titolare di diverse aziende che replicano le essenze aromatiche delle più famose griffe, da anni combatte una serie di battaglie legali che lo vedono accusato da marchi del calibro di L’Oreal o Lancome, di “copiare e svendere” i loro stessi profumi. La sentenza finale è stata però sinora sempre la stessa: assolto. A suo sostegno la legge italiana che non consente di brevettare una fragranza olfattiva ma vieta soltanto di utilizzare un medesimo simbolo commerciale. Nei laboratori delle meraviglie, dislocati per lo più nella provincia atellana, abili chimici scompongono le formule delle essenze più famose e le ricreano, inscatolando a modo proprio i prodotti che vengono poi immessi sul mercato a prezzi quasi stracciati rispetto ai corrispettivi “di lusso”. Bersaglio di continue “persecuzioni giudiziarie” Piscitelli, assieme ai suoi figli, continua a vincere la sua personale guerra a colpi di dissequestri ma soprattutto di humor, ha infatti creato un profumo chiamato “Non mi arrendo” sul cui astuccio sono riportati ben 12 numeri di sentenze, Cassazione compresa, che gli hanno dato ragione. Esilarante, l’intimazione alle forze dell’ordine stampata sulla scatola di un suo prodotto “Spettabili forze di Polizia e Guardia di Finanza, questa confezione è stata ritenuta legittima dalle seguenti autorità giudiziarie” e, a seguire, un cospicuo elenco di verdetti a lui favorevoli.
“Non intendo fermarmi – ha detto di recente l’ incubo delle griffe dell’olfatto — anche se so che lottare contro il cartello delle multinazionali è non solo rischioso ma difficilissimo”. Allora tanti complimenti temerario “profumiere dei poveri”!
Fabiana Liguori
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